mercoledì 29 agosto 2012

L’evento della luce dei fori apicali del nuraghe Ruju di Torralba

Nuraghe Ruju di Torralba
del Gruppo Ricerche Sardegna 

Come sappiamo i nuraghi sono considerati, dalla maggior parte degli archeologi, delle strutture di carattere militare; eppure in questi ultimi anni la loro unica funzione di fortezza è venuta meno, sostituita gradualmente da altri ruoli, come quello di magazzini o residenze reali.
Pochissimi cattedratici hanno ipotizzato che fossero templi, il più noto fra questi è sicuramente il Prof. Massimo Pittau. Sono ormai storici gli studi di Carlo Maxia e Lello Fadda, tra i primi ad aver portato come prova della funzione del Nuraghe-Tempio, i singolari eventi che accadono periodicamente all’interno di questi monumenti. Furono proprio questi due studiosi ad aver messo in evidenza il singolare evento da noi chiamato “fenomeno della luce dal foro apicale”. Gli eventi all’interno del nuraghe Aiga di Abbasanta, e del nuraghe Biriola di Dualchi furono da loro scoperti. A questi due casi si sommarono quello del nuraghe Is Paras di Isili (Zedda 1992) e altri due casi, l’Ola di Oniferi e il Nani di Tresnuraghes. Quest’ultimo da noi studiato e reso noto, assieme ad un accurato studio su altri eventi analoghi, nel libro “La luce del toro” (G.R.S Gruppo Ricerche Sardegna, PTM 2011). 
L’evento in questione si verifica quando il sole, nei giorni del solstizio d’estate, raggiunge una determinata altezza. In questo giorno così particolare è possibile ammirare uno degli eventi più sbalorditivi che animano queste antiche torri. Un sottile raggio di luce penetra attraverso il foro ricavato dagli antichi costruttori all’apice della cupola costruita all’interno del nuraghe. Tale raggio attraversa tutta l’ampia volta e va ad illuminare (se presente) la nicchia in sala, oppure la base della camera (Is Paras di Isili). [sighi a lèghere]

7 commenti:

Archeologia Nuragica ha detto...

Che dire? tante cose (troppe per un articolo in un blog, ma ognuno fa come crede) alcune buone (anche ottime), ma mischiate in un calderone di osservazioni pessime.
Da dove volete che inizi? dalle positive o dalle negative? o lasciamo stare?
Mauro Peppino Zedda

ps in tutti i casi non prima di domani sera

granitu ha detto...

Signor Zedda.
Cosa rispondere a questa frase. Da dove volete che inizi? dalle positive o dalle negative? o lasciamo stare?
Guardi che il suo giudizio non'è indispensabile e allo stesso modo non è obbligato a lasciare un commento. Se deve fare una una critica ( per altro gradita ) la faccia pure ma senza fare preamboli da " Professori de S'acqua cotta " come l'esordio del suo post.Le rammento che non sta parlando a dei ragazzini. Se invece credete di voler più tempo per pensare ma in realtà state riorganizzando i vostri pregiudizi, consiglio vivamente di chiuderla così.

Archeologia Nuragica ha detto...

Caro Granitu, io non ho nessun pregiudizio, avete messo tanta carne sul fuoco buona e cattiva, vi ho detto da dove volete che inizi nelle critiche(positive e negative). La cosa peggiore che potevate chiedere e di lasciar stare, uno spirito scientifico (cosa che non alberga nel DNA di Granitu) avrebbe voluto sentire le negative, e un spirito narcisista avrebbe voluto sentire per prima cosa le positive!!

rsroberto ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
rsroberto ha detto...

Buon post.

la Bipenne sull’architrave della nicchia mi sembra un ox hide.

Il range dai 122° ai 145° forse é eccessivo.

Interessantissimo associare i solstizi al primigenio simbolo della Bipenne.

Saluti.

ps Sono curioso di leggere le eventuali osservazioni di Mauro.

granitu ha detto...

@ Signor Zedda.
Faccio nuovamente credito al mio post precedente.

@ Grazie rsroberto.
La forbice è provvisoria si stabilizzerà definitivamente man mano che altri dati verranno acquisiti.

Giuseppe ha detto...


Complimenti per il lavoro.
Odissea, libro VII
Odisseo (Ulisse) avvista da lontano la casa reale dell'isola di Scheria sicuro di non sbagliare: Nausicaa l'aveva informato sulla notevole differenza tra la casa del padre Alcinoo e quella comune degli abitanti del posto.
Il commento iniziale dell'eroe, nel vederla, riguarda lo "splendore di sole o di luna" cha la caratterizza.
In ogni caso, entrandovi, prima attraversa un cortile all'aperto, poi si inoltra in un in-gresso architravato che conduce ad un lungo corridoio e, finalmente, entra nella sala reale. dove lo attendono i sovrani.
Nella sala reale, di forma circolare, siedono i principi su sedili in pietra disposti in modo anulare e, di fronte e di lato rispetto all'ingresso, sono posti i "troni" di Alcinoo e Arete.
La sala è "alta", “buia” e dal "solido tetto" e per, illuminarla opportunamente, su alti "piedistalli" vi sono le lucerne.
Vuoi vedere che davvero Omero fa visitare ad Odisseo un nuraghe complesso dove le nicchie di camera fungono da troni e si prestano ad esse illuminate per incrementare il prestigio di chi vi siede?
Sintesi tratta da "Sardegna l'isola felice di Nausicaa", cap. V.

Giuseppe Mura