lunedì 20 febbraio 2012

Signor presidente, a proposito di lingua sarda...


del Comitadu de sa limba sarda

Signor presidente Napolitano,
“Su Comitadu pro sa limba sarda”, in quanto storica Associazione portatrice d'interessi culturali, identitari e diritti civili del popolo sardo, in occasione della sua presenza in Sardegna, con la seguente lettera aperta, intende esprimerle disappunto e protesta per la lunga negazione e il permanente tentativo di eradicazione della lingua sarda che ha danneggiato il popolo sardo, lo ha ferito gravemente con conseguenze che ancora oggi non sono eliminabili facilmente né serenamente. [sighi a lèghere]

4 commenti:

elio ha detto...

Mannaggia, Gianfranco, siamo proprio sfigati. Se al passaggio della Sardegna dagli Spagnoli ai Savoia fossimo stati ispanofoni e l'avessimo conservato, quell'idioma, ora ci troveremmo nella più favorevole situazione degli altoatesini, dei valdostani e dei friulani.

Così come siamo, non abbiamo alle spalle uno Stato straniero che ci permetta di avanzare accordi internazionali e pur vantando un diritto costituzionale dobbiamo baccagliare per farcelo riconoscere, ironia della sorte, presso il tutore della costituzione medesima.

Ho paura, però, che gli ostacoli alla tutela e salvaguardia della nostra lingua non risiedano solo in ambito giurisdizionale.

C'è un passaggio nella lettera aperta de "Su comitadu pro sa limba sarda" che richiama scuola, universita e telavisione. In quelli abissi senza fondo ci hanno buttato di tutto e da quel pozzo di San Patrizio si può estrarre qualsiasi cosa, per lo più brutta.

Bisognerà riparlarne.

zuannefrantziscu ha detto...

Caro Elio, siamo davvero mal messi e non solo in conto di lingua sarda. Hai visto come hanno aperto i notiziari parlati e scritti, i media che ogni giorno usurpano "sardegna", "sardo", "sarda". Se Giovanni Lilliu fosse morto una settimana fa o fra una settimana, senza dubbio la notizia della sua scomparsa avrebbe - come si dice - aperto tutti i giornali sardi, parlati e scritti.
Ma è morto in una data sbagliata, la vigilia dell'arrivo in Sardegna del capo dello Stato italiano in visita ufficiale. Avvenimento importante, naturalmente. Ma più della morte di Lilliu? No, evidentemente. Solo la retorica patriottarda di chi controlla la stampa italiana in Sardegna può farlo pensare.

Grazia Pintore ha detto...

Riferendomi a ciò che scrive GFP,mi chiedo se i giornali sardi sono scritti da sardi o da extraterrestri;non parlare della morte di Lilliu "è morto in una data sbagliata" è una vergogna.Ma non esiste,da parte dei giornalisti,un minimo di indipendenza e dignità?A volte,vigliaccamente,preferirei non sentire simili informazioni per non rattristarmi.

Gigi Sanna ha detto...

E che volete? Lui è un 'sardus pater mastrucatus', morto, mica un 'pater italicus in cravatta', vivo!
Sai cosa avrebbero dovuto fare i Sardi in 'mutande' che giustamente, al di fuori delle stanze dei bottoni, reclamavano incazzati un confronto aperto con un 'pater' così lontano e così retorico? (ma lo avete sentito? Questione meridionale? Da non credere!): mostrare i cartelli con la faccia sofferente ma autentica dell'ultimo pater 'nazionale' che se ne è andato. Perchè bisogna provocare con intelligenza, cari miei, e respingere soprattutto i simboli di chi domina e mente sapendo di mentire: è bene che ciascuno si tenga il padre suo! Perchè senza veri padri si è figli di nessuno o di.... Come preferite.