martedì 18 novembre 2008

La superiorità antropologica della nouvelle vague

La discriminazione contro la letteratura in sardo attuata dalla Regione ha oramai raggiunto livelli vergognosi e su tutto aleggia il tanfo della consacrazione della superiorità antropologica degli autori in italiano su quelli in sardo. La Regione spende a favore di commercianti in linna pintada che allestiscono in Sardegna festival letterari, importando a volte solo i rimasugli di festival italofoni e sempre, comunque, linna pintada in tinta unita. La Regione che si fa vanto di voler valorizzare l’identità sarda, la lingua e la cultura, che innesca battaglie (a questo punto solo demagogiche) per l’autonomia, nel concreto finanzia un processo di inculturazione di cui immagino abbia grande bisogno.
L’ultima operazione ha per titolo “Paesaggi d'autore” e parte da una buona idea: quella – come riferisce L’Unione sarda di oggi – di pubblicare cinque guide turistiche per raccontare la nostra isola: guide ai luoghi della scrittura. Diciamo subito che non c’è un solo testo di uno scrittore in sardo: né Benvenuto Lobina, né Michelangelo Pira, né Lorenzo Pusceddu, né Nanni Falconi, né Franco Pilloni, né Antoni Maria Pala, nè alcuno delle altre decine e decine di autori in sardo.
E, invece, ma chi ne avrebbe potuto dubitare? vi sono a profusione due categorie che, a parte i grandi del passato, danno conto di un’altra superiorità antropologia: quelli della “nouvelle vague letteraria sarda” (i migliori perché ça va sans dire “stanno dalla parte giusta”) e quelli che la critica letteraria italiana ha scelto come rappresentanti della “letteratura sarda”. Non ci troverete Isalle di Michelangelo Pira, La piana di Chentomìnes di Natalino Piras, Capezzoli di Pietra di Eliseo Spiga, La stirpe de re perduti di Paola Alcioni, tanto per citare i primi che mi vengono a mente.
Ma, si dirà, non si voleva fare una antologia e le scelte forzatamente includono ma anche escludono. Verissimo, ma è curioso: a parte gli autori in sardo che proprio non esistono, gli altri sono tutti “dalla parte giusta” e in quanto tali eletti.
Chi sa negli autori di questa malinconica operazione di regime almeno un po’ si vergognano?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Si sbreguntint, naras?
Mancu po sonnu!
Funti canis de strexu e arrunciant is ossus chi ddis scappat su meri.

Francu Pilloni