giovedì 27 marzo 2008

Supramonte e la delibera misteriosa

Quando si parla di possibile nuova occupazione, soprattutto in periodi di magra come questi, non si può non rallegrarsene. Soprattutto se a creare posti di lavoro è l'utilizzo non consumistico del patrimonio ambientale che abbiamo. L'occasione si chiama "Progetto pilota del Supramonte" deliberato ieri dal governo sardo (Delibera 18/4) e che riguarda i comuni di Orgosolo, Dorgali e Oliena.
La delibera (alle ore 15 di oggi) non è ancora pubblica se non a beneficio dei sindaci diessini di Orgosolo e Dorgali e della Nuova Sardegna. Non la conosce - per sua ammissione - neppure il sindaco di Oliena che è, però, di altra parrocchia. Siamo uomini di mondo e sappiamo che fra i privilegi di chi detiene il potere è quello di informare per primi i consanguinei. Si racconta che nel 1832, anno dell'entrata in vigore dell'editto delle chiudende, un funzionario bittese residente a Torino abbia informato i suoi parenti con un laconico messaggio: "Tancadebonde".
Non avendo santos in corte come i due sindaci e la cronista della Nuova, dobbiamo fidarci dei peana sciolti alle magnifiche sorti e progressive degli oltre 15 mila ettari toccati dalla buona sorte. Ma c'è qualcosa che mi ha fatto sobbalzare, effetto che mi auguro faccia anche a chi non conosce la realtà di quei luoghi. "La Cooperativa Rinascita '70 ha messo a disposizione i propri terreni".
Ohibò. E da quando, una cooperativa, per amica che sia prima del Pci, poi del Pds, quindi dei Ds e ora del Partito democratico, ha "propri terreni" nel Supramonte, notoriamente fatto di terre comunitarie e demaniali? Sbaglio o lapsus feudiano? Forse, ma mica tanto. Perché si viene a sapere che la Cooperativa "ha manifestato la disponibilità a restituire i terreni in occupazione per essere trasferiti all'Ente Foreste".
Chi mi legge deve sapere che la Rinascita '70 ottenne in concessione per 25 anni dalla comunità orgolese (proprietaria essa sì dei terreni, gravati fra l'altro di uso civico) 2500 ettari perché li lavorasse e legittimamente ne ricavasse occupazione. La Cooperativa, dunque, scaduto il prestito deve restituire ciò che ha ottenuto dalla legittima proprietaria, non può dichiarare la sua disponibilità a farlo. E lo deve fare senza porre alla comunità la condizione che quelle terre siano trasferite all'Ente Foreste.
Come molti di voi, credo, ho ottenuto da una banca un prestito per farmi la casa. Dubito che sarebbe contenta se dichiarassi la mia disponibilità a restituirle il mutuo, a patto che... Mi pare improbabile che nella delibera del governo sardo, quando sarà dato anche ai non diessini di conoscerla, leggeremo simili proterve sciocchezze. Ciò che mi pare assai probabile è che le comunità interessate dal provvedimento non prenderebbero alla leggera un simile tentativo di esproprio.

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