sabato 23 febbraio 2008

Kosovo e razionalità. Anzi raziocinio

Nei blog e nei forum dedicati alle vicende del Kosovo, si incontrano posizioni in sé legittime (pro o contro la sua indipendenza) e una quantità industriale di voli pindarici, in quanto tali slegati da qualsiasi forma di razionalità e di logica. Che i vedovi del comunismo reale e ideologico siano contrari allo Stato kosovaro è cosa scontata, che i filo-americani gli siano favorevoli è altrettanto scontato.
Ciò che è sconcertante - e schiziode - è che tra i contrari alla decisione del Parlamento di Pristina ci sia parte di quanti spendono la loro passione per l'affermazione dei diritti del proprio popolo all'autodeterminazione. La loro avversità muove da un sillogismo incredibile: a) io sono avversario dell'imperialismo americano; b) gli Stati uniti sono fra i padrini dell'indipendenza kosovara; c) Quindi l'indipendenza del Kosovo è cosa cattiva perché sponsorizzata dagli Usa.
Se gli antimperialisti più vecchi avessero sragionato così, l'indipendenza algerina, voluta fortemente dagli Usa e dalla Cia in dispetto della Francia gollista, non avrebbe avuto il loro appoggio e sostegno. Ciò che non avvenne, naturalmente. Ma ecco l'invenzione nuova: il kosovaro non è una nazione - può darsi - né un popolo. Grande sciocchezza, quest'ultima.
Se ci si abituasse ad appendere i concetti a principi universalmente accettati e condivisi, si eviterebbe di appenderli ad ideologismi magari auto-consolatori ma per lo più inconsistenti.
Per dire, la gran parte dei sardi, io fra di essi, sostengono di essere un popolo distinto e una nazione distinta dall'italiana. Sulla prima definizione - che è quella che interessa al diritto internazionale - c'è un riconoscimento costituzionale italiano, visto che lo Statuto sardo (parte della Costituzione) affida al "popolo sardo" (art. 28) niente meno che l'iniziativa legislativa. La seconda questione, quella della nazione sarda, la cosa è più controversa: né nel diritto internazionale né in quello costituzionale italiana né, forse, nel diritto europeo (che riconosce Catalogna e Euskadi, Fiandre e altre nazionalità) la consistenza nazionale della Sardegna è riconosciuta.
Noi sardi della circostanza poco ci preoccupiamo e abbiamo ragione: la nazione sarda esiste perché i sardi lo dicono, non perché - per ora - è riconosciuta legalmente.
E io, nazionalista sardo, assertore non solo dell'esistenza del popolo sardo ma dei suoi diritti internazionali, dovrei dire dei kosovari che non sono un popolo in odio all'imperialismo americano che, invece, lo riconosce? Non c'è da vergognarsi di questa prosopopea? Le scimmie di Kipling ripetevano: "Noi siamo le più intelligenti perché da secoli lo ripetiamo a noi stesse" e lo stesso non dicevano delle altre scimmie della giunga.

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